Contro Il Rischio Diabete
Le difficoltà
economiche ci stanno però allontanando dai cibi più sani. Lo studio «Moli-sani»
studia quanto giocano i fattori genetici e ambientali nelle malattie
cardiovascolari
di Adriana Bazzi
La dieta mediterranea è in crisi da tempo, colpa della
recessione. Così si ingrossa l’esercito degli obesi e riemerge il rischio di
malattie cardiovascolari che le abitudini alimentari, tipiche dell’Italia e dei
Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, stavano tenendo a bada. Iscritta
nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco nel
2010, oggi sta per essere surclassata da hamburger e patatine fritte, kebab e
cibi in scatola, panini e merendine. Perché le verdure fresche e il pesce,
capisaldi della dieta mediterranea, sono molto più costosi del cibo spazzatura.
Due studi
La documentazione degli effetti collaterali della crisi a
tavola arriva da una ricerca, pubblicata sul British Medical Journal :
quanto più è elevato il reddito e il livello di istruzione delle persone tanto
più queste sono propense a seguire la dieta mediterranea e tanto meno soffrono
di obesità. Un secondo studio, in pubblicazione su Nutrition,
metabolism and cardiovascular diseases conferma: a partire dal 2007
hanno dovuto rinunciare, per ragioni economiche, agli alimenti più sani
soprattutto gli anziani, i meno abbienti e coloro che vivono nelle zone urbane.
I due lavori sono firmati da un gruppo di ricercatori italiani, fra cui Maria
Benedetta Donati, e i dati emergono da un progetto chiamato Moli-sani, una
sorta di studio Framingham italiano. Quest’ultimo è partito negli Stati Uniti
alla fine degli anni Quaranta e da allora sta tenendo sotto controllo l’intera
popolazione di una cittadina del Massachusetts, Framingham appunto, alla
ricerca di fattori di rischio cardiovascolare. È grazie a questa ricerca se noi
oggi sappiamo che il colesterolo in eccesso nel sangue e la pressione alta
predispongono a infarto e ictus.
Moli-sano:
fattori genetici e ambientali
Lo studio Moli-sani sta facendo qualcosa di analogo: il
suo obiettivo è quello di analizzare quanto giocano i fattori genetici e quelli
ambientali (compresa appunto la dieta) nel determinare malattie cardiovascolari
e certi tipi di tumore. Così un’intera regione si è trasformata in un grande
laboratorio scientifico. «Lo studio Moli-sani è partito nel 2002, promosso
dalla sede di Campobasso dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - spiega
Maria Benedetta Donati, che lo coordina e ne parlerà in occasione della decimaConferenza
mondiale sul futuro della scienza, promossa dalla Fondazione
Veronesi (Venezia, 18-20 settembre) - con l’idea di coinvolgere
25 mila persone dai 35 anni in su, il 10 per cento degli abitanti del Molise:
il reclutamento è avvenuto fra il 2005 e il 2010. Poi, l’anno scorso,
l’Università ha chiuso i battenti a Campobasso. Si rischiava di compromettere
anni di lavoro, ma il gruppo di ricercatori coinvolti nello studio sono stati
accolti all’Istituto Neuromed di Pozzilli, a Venafro, sempre in Molise, un
istituto di eccellenza che si occupa di ricerca sulle malattie
cerebrovascolari, e hanno potuto continuare l’indagine». Di ogni partecipante
allo studio, i medici hanno raccolto un prelievo di sangue e dati relativi a
peso e altezza. Non solo: hanno sottoposto tutti i volontari a una spirometria
e a un elettrocardiogramma e hanno compilato due questionari, uno sulla loro
storia clinica e uno sulle abitudini alimentari e di vita. Ora è il momento di
richiamare tutti, uno per uno, e di valutare che cosa è cambiato nelle loro
abitudini e nel loro stato di salute. Il progetto è una miniera d’oro di
informazioni che ha già permesso una serie di osservazioni interessanti,
pubblicate in letteratura (su Medline, la banca dati degli
studi scientifici, ne sono censiti una trentina). «Chi aderisce alla dieta
mediterranea - continua Donati - è più protetto nei confronti di stimoli
infiammatori perché quest’ultima è ricca di sostanze antiossidanti. E questo è
un vantaggio dal momento che l’infiammazione cronica è alla base di molte
patologie come il diabete o la sindrome metabolica».
I diabetici
Un altro dato interessante riguarda i diabetici (2000 sui
25 mila partecipanti all’indagine): se consumano cibi sani hanno una mortalità
inferiore rispetto agli altri. «Le buone abitudini alimentari si stanno però
perdendo - conclude Bernardi - e ci stiamo adeguando alle abitudini d’
oltreoceano che, purtroppo, sono le più ricercate dai giovani».
http://www.corriere.it/salute/nutrizione/14_settembre_08/dieta-mediterranea-contro-rischio-diabete-7e0c26f0-373c-11e4-bcc9-7c497bbfce5d.shtml
http://www.corriere.it/salute/nutrizione/14_settembre_08/dieta-mediterranea-contro-rischio-diabete-7e0c26f0-373c-11e4-bcc9-7c497bbfce5d.shtml
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