domenica 28 dicembre 2014

Diabete e scuola: una convivenza possibile

Il diabete mellito di tipo 1 è una delle più frequenti malattie croniche dell’infanzia: la sua incidenza è in aumento e un’indagine dell’International Diabetes Federationha calcolato che ogni anno nel mondo sono 65mila i nuovi casi, con una progressiva riduzione dell'età alla diagnosi. Pur meno frequente rispetto al diabete tipo 2 (un caso su dieci diabetici), il diabete mellito presenta un elevato impatto sociale in quanto interessa soggetti in giovane età. 
Un ruolo fondamentale nel permettere al bambino, adolescente e giovane con diabete di raggiungere il benessere psicofisico e il completo sviluppo delle sue potenzialità e peculiarità lo gioca la scuola: è infatti il contesto in cui il soggetto affetto da diabete confronta e costruisce se stesso al di fuori dell’ambiente protetto della famiglia, il luogo dove verifica se le spiegazioni ricevute dagli adulti rispetto alla gestione e al vivere con la patologia corrispondono a verità. Per agevolare l'inserimento del bambino in ambito scolastico è necessario garantire il pieno godimento del diritto alla salute psicofisica, all'accesso protetto dei percorsi formativi scolastici e alla rimozione di ogni ostacolo per la piena integrazione sociale del soggetto con diabete. Proprio a tal fine l'assessore per la Salute della Regione siciliana, Lucia Borsellino, e il direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, Maria Luisa Altomonte, hanno sottoscritto nei giorni scorsi l’ “Intesa per interventi integrati per l'inserimento degli studenti con diabete mellito”, redatta al termine di un percorso di collaborazione fra pediatri, dirigenti scolastici, docenti e genitori, finalizzato all'individuazione di modalità operative adeguate e rispondenti ai bisogni reali di ciascun alunno. Un accordo che ribadisce la necessità di garantire il pieno godimento del diritto alla salute, all'accesso protetto dei percorsi formativi scolastici e alla rimozione di ogni ostacolo per la piena integrazione sociale del soggetto con diabete. Il tavolo tecnico Diabete–Scuola ha così sviluppato il “Documento strategico di intervento integrato per l’inserimento del bambino, adolescente e giovane con diabete mellito in contesti scolastici, educativi, formativi al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e alla migliore qualità di vita”, approvato dall’Ufficio Scolastico Regionale. Un piano integrato di accoglienza/assistenza utile a fornire un quadro di riferimento clinico e di corretto stile di vita; i protocolli operativi relativi all’inserimento del bambino, adolescente e giovane nei momenti scolastici, individuando le responsabilità dei vari soggetti; le procedure di intervento per la somministrazione di farmaci a scuola, attraverso la definizione di un percorso assistenziale; le informazioni sulla gestione clinica e organizzativa delle emergenze.
Nell'ambito delle rispettive competenze, l'assessorato della Salute e l’Usr porranno in essere ogni azione necessaria alla applicazione dell’Intesa, che sarà valida nelle scuole pubbliche statali e paritarie dell'infanzia, in quelle primarie e secondarie di primo grado e di secondo grado, attraverso azioni integrate da parte dei dirigenti scolastici, delle Aziende Sanitarie Provinciali della Sicilia, dei Centri di Riferimento Regionali e dei Centri Satellite.
Il documento contempla aspetti clinici e bisogni assistenziali degli studenti con diabete, indicando le modalità e i percorsi più adatti all’inclusione nel mondo scolastico, a partire dall’educazione alimentare, dalla normale partecipazione a tutte le attività organizzate dalla scuola come gite, viaggi di istruzione, educazione fisica, giochi e tornei sportivi. Fondamentale è poi l’attività di informazioni tra i banchi, soprattutto attraverso la promozione di abitudini e stili di vita sani e le conoscenze sulla patologia diabetica. Ma l’aspetto più importante è senza dubbio la non discriminazione dei bambini e degli adolescenti affetti da diabete mellito, evitando atteggiamenti negativi, di diffidenza o di paura: alla base di molte chiusure, purtroppo, come di atteggiamenti ansiosi e preoccupati, c’è ancora oggi la scarsa conoscenza della patologia e dei comportamenti da assumere quando ci si trova davanti ad un soggetto che ne soffre.

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