Ha un’impronta «made in Torino» il brevetto di tre giovani ricercatori italiani - cervelli in fuga dal nostro Paese - che ha conquistato il secondo premio nella categoria «Innovazione» all’ultima edizione dell’Ispo di Monaco, la fiera degli sport invernali più importante d’Europa. L’intuizione del torinese Maurizio Macagno, 42 anni, e dei colleghi Mario Esposito e Davide Viganò - fondatori di una società negli Usa - è il trasferimento delle conoscenze e della tecnologia maturate in campo sportivo per la prevenzione e le terapie in ambito sanitario.
Il progetto che ha conquistato il secondo posto a Monaco è quello di una «calza intelligente» destinata ai pazienti diabetici. «Circa il 70 per cento di loro soffre di danni ai nervi delle estremità corporee - spiega Macagno -. Non sono spesso in grado di sapere se il piede è costretto in una scarpa troppo stretta oppure se si sono create piccole ferite o vesciche. E spesso purtroppo queste degenerano in ulcere, che a loro volta portano sovente all’amputazione». Nel mondo ogni 30 secondi un arto è perso a causa di questa terribile malattia.
La società creata dai tre italiani - la Heapsylon - ha sviluppato un tessuto che agisce da sensore in grado di rilevare i valori fisiologici del corpo: peso, pressione sanguigna, battito cardiaco, respirazione e in futuro potenzialmente persino i livelli di glucosio nel sangue. Una calza in grado di trasmettere a qualsiasi computer la «mappa» del piede, per evidenziare quanti e quali sono ad esempio i punti di attrito e pressione maggiore, quelli anomali, o i più a rischio di ulcere proprio in caso di diabete. Continua a leggere qui.
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