“Raddoppia il rischio di ipoacusia”
Ormai le cifre sono da ‘epidemia’: il numero di italiani che
convive con il diabete ha raggiunto i 4 milioni. E per tutti questi un rischio
doppio di sviluppare un disturbo dell’udito. Il diabete, quindi, va
‘ascoltato’: c’è infatti una relazione pericolosa’, troppo spesso
sottovalutata, tra diabete e ipoacusia. La mette in luce il Consensus Paper
“Diabete e Udito”, promosso da Amplifon e presentato oggi a Milano in una
conferenza stampa cui hanno partecipato anche importanti diabetologi. Si
calcola, infatti, che il 45% dei diabetici, quasi 1 su 2, abbia una perdita
uditiva, contro il 20% dei non diabetici. Gli esperti richiamano l’attenzione
su questa relazione, che può essere fortemente invalidante e che mette insieme
due emergenze sociali e globali in forte crescita: si stima che entro il 2035
ci saranno oltre 592 milioni di diabetici nel mondo, con una crescita del 55%,
mentre le persone con un disturbo dell’udito raddoppieranno entro il 2050,
superando il miliardo.
Un legame ignorato. Dalla cecità all’insufficienza
renale, dalla neuropatia alle malattie cardiache: molte sono le complicanze
associate alla patologia diabetica. Tuttavia, nonostante numerosi studi
scientifici abbiano fornito convincenti evidenze a supporto, ancora oggi
l’ipoacusia non è considerata tra le complicanze “ufficiali” del diabete e
spesso non viene diagnosticata o, peggio, viene sottovalutata e non curata
adeguatamente. “Gli studi hanno dimostrato che il diabete raddoppia il rischio
di andare incontro a una perdita uditiva, un disturbo con cui convivono 590
milioni di persone nel mondo, oltre 7 milioni in Italia. Il 65% dell’ipoacusia
che si riscontra nei diabetici - spiega Nicola
Quaranta, Professore di Otorinolaringoiatria, Azienda Ospedaliera
Universitaria Policlinico di Bari - riguarda le frequenze acute, mentre nel 26%
dei casi sono interessate le frequenze medio-gravi. Si tratta di dati
significativi, perché indicano che 2 diabetici su 3 hanno una perdita uditiva e
che in almeno 1 caso su 4 si rende necessario l’utilizzo di apparecchi
acustici. È quindi importante intervenire in modo tempestivo sui due fronti:
nei pazienti diabetici con test audiometrici di routine, nelle persone con un
disturbo dell’udito con controlli dei livelli della glicemia”. “Il diabete è
una patologia cronica – commenta il professor Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia – e i pazienti
devono convivere con questa malattia 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana
per 365 giorni all’anno. Indubbiamente, si tratta di un ‘peso quotidiano’ a
causa delle restrizioni, delle regole e delle scadenze imposte dalla terapia e
dalle modifiche dello stile di vita. Se poi si aggiunge un deficit dell’udito
più o meno grave, spesso non considerato tra le complicanze del diabete e
quindi non diagnosticato, si assiste a un ulteriore peggioramento delle
condizioni dei pazienti. Ben venga, dunque, un Consensus Paper che permette di
aumentare la consapevolezza del legame tra diabete e ipoacusia, favorendo la
diagnosi precoce di un eventuale disturbo dell’udito e agli audiologi di dar
vita a strategie terapeutiche più adatte ai diabetici nella scelta e nel
fitting degli apparecchi acustici, considerando ad esempio la loro maggiore
sensibilità al trauma acustico o la loro predisposizione a manifestazioni e
infezioni cutanee”.
Un impatto al quadrato. Il diabete e
l’ipoacusia determinano, già singolarmente, un forte impatto negativo sulla
qualità di vita dei pazienti, ma la loro associazione può addirittura
moltiplicare la portata invalidante che i due disturbi hanno nella quotidianità,
nelle relazioni sociali e sul lavoro. “Non solo complicanze a carico dei nervi,
degli occhi e dell’apparato cardiovascolare: l’impatto del diabete - chiarisceFrancesco Giorgino, Professore di Endocrinologia e Malattie del
Metabolismo, Università degli Studi di Bari Aldo Moro - è notevole e comporta
anche la necessità di dover seguire una terapia cronica, con frequenti
iniezioni di insulina, e di effettuare periodici controlli medici. Anche i
disturbi dell’udito si associano a situazioni che tendono a peggiorare la
qualità di vita, come ad esempio la ridotta partecipazione alla vita sociale,
il rischio di deficit cognitivo, la depressione e i traumi. È quindi evidente
che, quando alle complicanze del diabete si aggiungono anche le problematiche derivanti
dall’ipoacusia, la persona può subire un netto peggioramento della propria
qualità di vita con maggior rischio di traumi o cadute al suolo, di isolamento
sociale, di peggioramento delle funzioni cognitive”.
Possibili cause. I meccanismi
attraverso cui il diabete si associa all’ipoacusia non sono ancora ben
conosciuti, ma gli esperti hanno recentemente messo in luce l’effetto che la
malattia ha sulla coclea (una porzione dell’orecchio interno). Il diabete,
infatti, provoca l’ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni - con un
ingrossamento medio di circa 3 micrometri - e danneggia così la coclea, che
diventa incapace di convertire i suoni percepiti in impulsi nervosi. Una
seconda ipotesi, invece, mette in evidenza come il diabete possa agire direttamente
sui nervi, alterando la trasmissione dell’impulso a livello del nervo acustico
e delle vie uditive centrali. Gli esperti hanno anche identificato alcuni
fattori di rischio che nelle persone diabetiche favoriscono lo sviluppo di un
deficit dell’udito. Ad esempio, livelli di colesterolo HDL inferiori a 40 mg/dL
aumentano di 2,20 volte il rischio di sviluppare una perdita uditiva per le
frequenze medio-gravi. Le malattie coronariche e la neuropatia periferica,
invece, sono maggiormente associate allo sviluppo di ipoacusia per le frequenze
acute (rischio aumentato rispettivamente di 4,39 e di 4,42 volte).
Il diabete va ascoltato. Dal Consensus Paper
“Diabete e Udito” emerge chiaramente la necessità di inserire il test
audiometrico nel controllo annuale di un paziente diabetico e di far sì che
l’udito diventi un abituale argomento di discussione con il proprio medico.
Dall’altro lato, però, anche un deficit dell’udito può diventare una spia della
presenza di diabete ed è dunque opportuno monitorare le alterazioni della
glicemia nelle persone con ipoacusia, così da diagnosticare precocemente
un’eventuale condizione di diabete. “Trovare una soluzione all’ipoacusia fa
parte integrante del DNA di Amplifon. Il desiderio di fare cultura e di fare
luce su ogni aspetto dell’ipoacusia - dichiara Franco Moscetti, Amministratore
Delegato del Gruppo Amplifon - ci ha spinto, con questo Consensus Paper, ad
indagare la correlazione ipoacusia/diabete, poco conosciuta e spesso
sottovalutata. Le evidenze più recenti suggeriscono l’importanza di fare
informazione su questa associazione e la necessità di attuare strategie per
individuarla tempestivamente: così si possono mettere in atto soluzioni che
consentono il miglioramento della qualità di vita delle persone colpite da
questi due disturbi. Si tratta di un obiettivo perfettamente in linea con la
mission di Amplifon, leader mondiale nel settore delle soluzioni uditive, che
da oltre 60 anni si impegna per permettere alle persone di sentire meglio per
vivere meglio”. (GIOIA TAGLIENTE)