Avere un deficit anche lieve
di ormoni tiroidei fa crescere del 13 per cento la probabilità di sviluppare il
diabete, addirittura del 40 per cento in chi già soffre di pre-diabete
Se si soffre di ipotiroidismo,
anche non troppo evidente, il pericolo di ammalarsi di diabete di tipo 2 cresce
del 13 per cento in chi non ha problemi nel metabolismo degli zuccheri, fino al
40 per cento in chi già ha la glicemia al limite. Lo dimostra uno studio
presentato all'ultimo congresso della Endocrine Society statunitense che suggerisce di sottoporre
a uno screening per gli ormoni tiroidei tutti i pazienti con pre-diabete.
Studio ampio
I dati arrivano da un'ampia
indagine condotta su poco meno di 8.500 partecipanti del Rotterdam Study, uno
studio olandese di popolazione che include persone over 45 con una media di 65
anni: gli autori hanno sottoposto i volontari a un esame del sangue per misurare
glicemia e ormoni tiroidei, ripetendo il test ogni due o tre anni e seguendoli
in media per circa otto anni. Nel corso del tempo 1.100 persone hanno
sviluppato un pre-diabete, 798 un diabete vero e proprio; ebbene, i dati
mostrano che il rischio di diventare diabetici era superiore del 13 per cento
in chi all'inizio aveva la glicemia normale ma una funzione tiroidea un po'
deficitaria. Questo è risultato vero anche per chi aveva gli ormoni della
tiroide soltanto di poco inferiori alla norma, ma l'effetto più evidente si è
registrato in chi partiva da una condizione di pre-diabete: in questo caso la
probabilità di un diabete conclamato saliva del 40 per cento, di nuovo anche
per chi non si trovava in una condizione di chiaro ipotiroidismo ma aveva gli
ormoni tiroidei che scarseggiavano solo di poco.
Metabolismo e ormoni
«La tiroide e i suoi ormoni
sono fondamentali per la regolazione del metabolismo - spiega Layal Chaker
dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam, coordinatore dell'indagine -.
L'ipotiroidismo favorisce l'incremento di peso e in passato si è verificato un
legame fra la carenza di ormoni tiroidei e una ridotta sensibilità
all'insulina, anche questa coinvolta nello sviluppo del diabete. I nostri dati
mostrano che anche chi ha gli ormoni quasi nella norma, solo di poco
deficitari, è a più alto rischio di manifestare la malattia: questo implica che
sarebbe probabilmente opportuno sottoporre a uno screening per dosare gli
ormoni tiroidei tutti i soggetti con pre-diabete e viceversa. Resta da capire tuttavia
se una diagnosi precoce e il relativo trattamento di un ipotiroidismo
sub-clinico, senza sintomi, possa essere vantaggioso in soggetti a rischio di
diabete e possa scongiurare la comparsa del problema: serviranno ulteriori
indagini per accertarlo».
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