Ogni ora in più di tempo trascorso seduti al computer o
davanti alla televisione è associata a un aumento del 22% del rischio di
sviluppare il diabete di tipo 2. E' la clamorosa conclusione di una nuova
ricerca pubblicata sulla rivista 'Diabetologia' (giornale dell'Associazione
europea per lo studio del diabete). Lo studio è di Julianne van der Berg
dell'Università di Maastricht, nei Paesi Bassi, e dei suoi colleghi. Sono stati
inclusi 2.497 partecipanti con un'età media di 60 anni, il 52% uomini, a cui è
stato chiesto di indossare un accelerometro 24 ore al giorno per 8 giorni consecutivi.
Gli autori hanno calcolato e valutato la quantità giornaliera di tempo
trascorso in sedentarietà. Per determinare lo stato di diabete, i partecipanti
sono stati sottoposti a un test di tolleranza al glucosio orale. Continua a leggere qui.
martedì 29 marzo 2016
mercoledì 23 marzo 2016
Diabete di tipo 2, sbarca in Italia dulaglutide
Basta un click, una sola volta alla settimana. Addio quindi
alla somministrazione quotidiana di
pillole, addio alle trenta o perfino sessanta iniezioni al mese di
insulina. Arriva anche in Italia il
nuovo trattamento antidiabete somministrabile settimanalmente con una penna
innovativa, pronta all’uso, di semplice utilizzo, che non necessita più della
gestione di aghi, per una terapia efficace fin da subito, sicura e ben
tollerata. Secondo uno studio pubblicato su Diabetes, Obesity and Metabolism, i
diabetici la preferiscono alle pillole, perché rende la terapia semplice da
ricordare e quasi completamente indolore. Insomma la qualità di vita migliora
decisamente. Negli studi a lungo termine il farmaco contenuto nella penna,
dulaglutide – un principio attivo della classe degli agonisti del recettore del
GLP1 (Glucagon like peptide-1) – si è
dimostrato più efficace nel controllo della glicemia rispetto ad altre terapie
ipoglicemizzanti, inclusa insulina basale ,
e rappresenta perciò più di una speranza per il milione e mezzo di
diabetici che abbandonano le cure o le seguono male perché sono troppo
complicate o ne temono gli effetti collaterali. Inoltre riduce il rischio di
ipoglicemie e fa perdere peso anziché ingrassare. Per loro una terapia facile e
immediata è ancora più preziosa. Continua a leggere qui.
giovedì 17 marzo 2016
Diabete: il viaggio come terapia
Lasciarsi tutto alle spalle (posto fisso in banca compreso)
e partire per un viaggio di 1000 giorni intorno al mondo con una sola regola da
seguire (quella di non prendere aerei...) e un unico compagno di viaggio: il
diabete di tipo 1, con il quale convive dall'età di 9 anni. Questa, in sintesi,
la bellissima sfida che Claudio Pelizzeni, 33 anni, piacentino, ha lanciato a
se stesso: viaggiare per riprendersi i propri spazi e riappropriarsi del
proprio tempo, osservando e incontrando persone, paesaggi, culture diverse. Per
Claudio "sfida" non è la parola corretta da usare: si tratta
piuttosto di un sogno che si realizza e l'idea di non utilizzare gli aerei
rende il tutto più lento, sicuramente meno facile (attraversare i confini
spesso si rivela una vera e propria impresa...) ma anche un po' più
avventuroso. Un sogno che sta portando avanti, giorno dopo giorno, in compagnia
del suo diabete ("che non è un limite, anzi è per me è una condizione di
assoluta normalità che, semmai, mi ha responsabilizzato e non
penalizzato", sottolinea), con il caloroso supporto della comunità del web
che lo segue quotidianamente sul suo video blog Trip Therapy e sui social
network. Continua a leggere qui.
venerdì 11 marzo 2016
Diabete di tipo 1. Il pancreas bionico funziona anche in età preadolescenziale
Arrivano nuove conferme sull'efficacia del pancreas bionico
nel controllo dei livelli di glicemia nel sangue in pazienti affetti da diabete
insulino-dipendente. Dopo gli studi su adulti e adolescenti, l'ultima ricerca
ha indagato l'effetto del 'pancreas bionico' in preadolescenti tra i 6 e gli 11
anni di età. E anche in questa popolazione di malati, il sistema di rilascio di
insulina e glucagone, che monitora nelle 24 ore i livelli di glucosio nel
sangue, ha mostrato una maggiore efficacia rispetto al microinfusore. Il
pancreas bionico usa un sistema di monitoraggio continuo di glucosio e un
algoritmo matematico per misurare i livelli glicemici nel sangue e somministrare
la giusta dose di insulina e glucagone. La ricerca su questo strumento è stata
condotta da Edward Damiano dell'Università di Boston e colleghi, che hanno
paragonato l'efficacia e la sicurezza di questo apparecchio confrontandoli con
il sistema a microinfusione, già in uso tra i diabetici. I dati sono stati
pubblicati su Lancet Diabetes & Endocrinology. Continua a leggere qui.
sabato 5 marzo 2016
L'olio è anti-diabete, uno studio: tiene a bada i picchi di zucchero
Condire gli alimenti con olio d'oliva aiuta a contenere le
impennate della glicemia dopo i pasti nei soggetti con diabete di tipo 1. La
conferma arriva questa volta da uno studio di un gruppo di ricercatori della
Società Italiana di Diabetologia che dimostra come l'uso dell'olio contribuisce
a migliorare il controllo del diabete e dunque a proteggere l'apparato
cardiocircolatorio dalle complicanze di questa malattia. Appena pubblicato
online sulla rivista Diabetes Care, organo ufficiale dell'American Diabetes
Association, lo studio condotto da Giovanni Annuzzi e Lutgarda Bozzetto del
gruppo di Gabriele Riccardi, Società Italiana di Diabetologia (SID) e di Angela
Rivellese dell'Università di Napoli 'Federico II' dimostra infatti che
aggiungere olio d'oliva agli alimenti riduce l'indice glicemico dei pasti,
ovvero le impennate post-prandiali della glicemia e può contribuire in questo
modo a proteggere i pazienti dalle complicanze cardiovascolari e microvascolari
del diabete. Continua a leggere qui.
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