martedì 30 dicembre 2014

Un angelo custode hi-tech per i bimbi col diabete

Creato negli States, ma presto sarà anche in Italia, il dispositivo rende possibile il monitoraggio continuo del glucosio nel sangue del bambino attraverso smartphone, tablet, pc e persino da uno smartwatch allacciato al polso dei genitori.
Misurazione della glicemia
Roma, 9 novembre 2014 - Arriva un 'angelo custode' hi-tech per proteggere i bimbi affetti da diabete dai 'capriccì della glicemia. Un sensore sottilissimo, il cloud e uno smartwatch registrano le diminuzioni e le impennate improvvise degli zuccheri nel sangue che possono presentarsi in diverse situazioni: mentre il piccolo è a scuola, in palestra, al parco, oppure sta dormendo, con conseguenze anche gravi, fino alla perdita di coscienza.
Oggi è però possibile collegare via Cloud ( una 'nuvola' elettronica che fa da archivio virtuale ) un dispositivo per il monitoraggio continuo del glucosio nel sangue del bambino allo smartphone, al tablet, al pc e persino a uno smartwatch allacciato al polso dei genitori.
In questo modo, ovunque il bimbo si trovi, mamma e papà possono conoscere in tempo reale l'andamento glicemico e intervenire tempestivamente in caso di variazioni importanti della glicemia evitando conseguenze potenzialmente pericolose per la sua salute. L'iniziativa, nata negli Usa dall'esperienza di un gruppo di genitori, sarà lanciata anche in Italia in occasione della Giornata mondiale del diabete, il prossimo 14 novembre, da Movi, un'azienda italiana che distribuisce dispositivi tecnologici per la gestione del diabete.
Il progetto si chiamerà iMove ed è un kit 'Plug&Play' preconfigurato, che attraverso il Cloud connette il dispositivo per il monitoraggio continuo della glicemia indossato dal bambino a qualsiasi dispositivo connesso ad internet. I valori della glicemia raccolti da un sensore sottilissimo posto sotto la cute vengono consegnati ogni 5 minuti ad un portale web protetto da password a cui solo i genitori o il diabetologo possono accedere attraverso il pc di casa o dell'ufficio, il tablet, lo smartphone e lo smartwatch. I livelli di glicemia del bambino vengono misurati e trasmessi 24 ore su 24 fino a 288 volte in una giornata, e se scendono sotto i valori di sicurezza, i genitori ricevono sullo schermo dello smartwatch un avviso con una vibrazione.

domenica 28 dicembre 2014

Diabete e scuola: una convivenza possibile

Il diabete mellito di tipo 1 è una delle più frequenti malattie croniche dell’infanzia: la sua incidenza è in aumento e un’indagine dell’International Diabetes Federationha calcolato che ogni anno nel mondo sono 65mila i nuovi casi, con una progressiva riduzione dell'età alla diagnosi. Pur meno frequente rispetto al diabete tipo 2 (un caso su dieci diabetici), il diabete mellito presenta un elevato impatto sociale in quanto interessa soggetti in giovane età. 
Un ruolo fondamentale nel permettere al bambino, adolescente e giovane con diabete di raggiungere il benessere psicofisico e il completo sviluppo delle sue potenzialità e peculiarità lo gioca la scuola: è infatti il contesto in cui il soggetto affetto da diabete confronta e costruisce se stesso al di fuori dell’ambiente protetto della famiglia, il luogo dove verifica se le spiegazioni ricevute dagli adulti rispetto alla gestione e al vivere con la patologia corrispondono a verità. Per agevolare l'inserimento del bambino in ambito scolastico è necessario garantire il pieno godimento del diritto alla salute psicofisica, all'accesso protetto dei percorsi formativi scolastici e alla rimozione di ogni ostacolo per la piena integrazione sociale del soggetto con diabete. Proprio a tal fine l'assessore per la Salute della Regione siciliana, Lucia Borsellino, e il direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, Maria Luisa Altomonte, hanno sottoscritto nei giorni scorsi l’ “Intesa per interventi integrati per l'inserimento degli studenti con diabete mellito”, redatta al termine di un percorso di collaborazione fra pediatri, dirigenti scolastici, docenti e genitori, finalizzato all'individuazione di modalità operative adeguate e rispondenti ai bisogni reali di ciascun alunno. Un accordo che ribadisce la necessità di garantire il pieno godimento del diritto alla salute, all'accesso protetto dei percorsi formativi scolastici e alla rimozione di ogni ostacolo per la piena integrazione sociale del soggetto con diabete. Il tavolo tecnico Diabete–Scuola ha così sviluppato il “Documento strategico di intervento integrato per l’inserimento del bambino, adolescente e giovane con diabete mellito in contesti scolastici, educativi, formativi al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e alla migliore qualità di vita”, approvato dall’Ufficio Scolastico Regionale. Un piano integrato di accoglienza/assistenza utile a fornire un quadro di riferimento clinico e di corretto stile di vita; i protocolli operativi relativi all’inserimento del bambino, adolescente e giovane nei momenti scolastici, individuando le responsabilità dei vari soggetti; le procedure di intervento per la somministrazione di farmaci a scuola, attraverso la definizione di un percorso assistenziale; le informazioni sulla gestione clinica e organizzativa delle emergenze.
Nell'ambito delle rispettive competenze, l'assessorato della Salute e l’Usr porranno in essere ogni azione necessaria alla applicazione dell’Intesa, che sarà valida nelle scuole pubbliche statali e paritarie dell'infanzia, in quelle primarie e secondarie di primo grado e di secondo grado, attraverso azioni integrate da parte dei dirigenti scolastici, delle Aziende Sanitarie Provinciali della Sicilia, dei Centri di Riferimento Regionali e dei Centri Satellite.
Il documento contempla aspetti clinici e bisogni assistenziali degli studenti con diabete, indicando le modalità e i percorsi più adatti all’inclusione nel mondo scolastico, a partire dall’educazione alimentare, dalla normale partecipazione a tutte le attività organizzate dalla scuola come gite, viaggi di istruzione, educazione fisica, giochi e tornei sportivi. Fondamentale è poi l’attività di informazioni tra i banchi, soprattutto attraverso la promozione di abitudini e stili di vita sani e le conoscenze sulla patologia diabetica. Ma l’aspetto più importante è senza dubbio la non discriminazione dei bambini e degli adolescenti affetti da diabete mellito, evitando atteggiamenti negativi, di diffidenza o di paura: alla base di molte chiusure, purtroppo, come di atteggiamenti ansiosi e preoccupati, c’è ancora oggi la scarsa conoscenza della patologia e dei comportamenti da assumere quando ci si trova davanti ad un soggetto che ne soffre.

giovedì 25 dicembre 2014

Italia capofila in Europa per i servizi ai diabetici in farmacia grazie ad Harmonium Pharma

Per la prima volta in Europa chi andrà in farmacia potrà trovare un reparto composto unicamente da soluzioni studiate per migliorare la qualità di vita delle persone con diabete e potrà ricevere consigli e supporto dedicati da parte dei farmacisti. Grazie ad Harmonium Pharma, infatti, parte “L’Angolo del Diabetico”, uno spazio esclusivamente dedicato alle esigenze di tutti coloro che presentano elevati livelli di glucosio nel sangue a causa di un’alterata produzione o assimilazione dell’insulina.

Sono circa 200 le farmacie già coinvolte in questa prima fase, ma l’obiettivo è di coinvolgerne sempre di più. Per venire incontro ai bisogni e alle necessità di circa 3,6 milioni di persone con diabete del nostro paese, Harmonium Pharma, società farmaceutica esclusivamente focalizzata sul diabete, installerà nelle farmacie interessate a questa innovazione un category con prodotti specifici. L’offerta di servizi non si ferma, però, all’introduzione di un reparto dedicato; nelle strutture dotate del marchio “L’Angolo del Diabetico” i farmacisti, inoltre, risponderanno alle domande dei pazienti sui prodotti e servizi per una migliore gestione quotidiana del proprio diabete e delle complicanze ad esso legate.

“Per un’azienda come la nostra – spiega Ugo Cosentino, Presidente di Harmonium Pharma – che nasce esclusivamente per il miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete, è fondamentale studiare e sviluppare soluzioni che nascono dalle esigenze quotidiane espresse proprio da questa importante categoria di persone. Abbiamo deciso di entrare nel canale delle farmacie, dove non era ancora presente un’offerta strutturata dedicata alle persone con diabete, per facilitare una distribuzione più capillare di servizi e prodotti. Il diabetico si reca almeno una volta al mese in farmacia e questa prossimità non può essere limitata al semplice ritiro di una prescrizione ma deve estendersi ad un servizio più completo per migliorare la sua convivenza con la malattia”.

“Accogliamo con molta soddisfazione questa nuova iniziativa di Harmonium Pharma – dichiara Antonio Cabras, Presidente FDG, la Federazione nazionale Diabete Giovanile che riunisce le associazioni di 13 regioni italiane e si adopera per migliorare le condizioni socio-sanitarie dei bambini e dei giovani con diabete – perché finalmente fa sì che la farmacia diventi un luogo a misura di diabetico, con uno spazio dedicato e la possibilità di trovare assistenza e supporto. Per noi come Associazione impegnata sul territorio è importante che il farmacista sia nostro alleato nella gestione quotidiana della malattia e questo nuovo progetto renderà questa relazione ancora più solida e concreta”.

Per i farmacisti “L’Angolo del Diabetico” è una soluzione innovativa che consentirà di migliorare la vicinanza ai pazienti con un supporto assolutamente nuovo. Il farmacista oggi deve orientarsi sempre di più verso il servizio agli utenti, soprattutto ponendosi all’ascolto delle esigenze legate alla gestione delle patologie croniche e associando prodotti di qualità al fondamentale ruolo di consigliere e riferimento per la salute.
Il primo spazio in farmacia dedicato alle persone con diabete presenta una gamma completa di prodotti e servizi che include, innanzitutto, i prodotti OTC di Harmonium Pharma. Cinque di questi sono totalmente nuovi sul mercato e vengono lanciati oggi assieme all’Angolo del Diabetico, portando così a 14 il numero di referenze specifiche per il diabete commercializzate in Italia da Harmonium Pharma.

L’elenco completo delle farmacie, da Nord a Sud del Paese, aderenti a “L’Angolo del Diabetico” sarà disponibile di volta in volta sul sito istituzionale di Harmonium Pharma all’indirizzo harmonium-pharma-it/farmacie. Nell’immediato futuro Harmonium Pharma estenderà la stessa offerta anche in numerosi altre nazioni, avendo già concluso diversi accordi a livello internazionale.

L’iniziativa “Angolo del Diabetico” prevede, infine, nelle farmacie aderenti al circuito, lo svolgimento di giornate informative dedicate ai pazienti con diabete incentrate sulla prevenzione e la gestione delle complicanze del diabete.

“Ricevere un’assistenza diretta dai farmacisti è un’esigenza che le persone con diabete hanno espresso nel corso degli eventi Diabetiamoci, incontri informali che Harmonium Pharma organizza in giro per l’Italia dove le persone con diabete possono scambiare idee e speranze ed esprimere bisogni ancora non soddisfatti. L’Angolo del Diabetico nasce, quindi, per creare un servizio innovativo in grado di dare valore aggiunto alle persone e ai nostri partner e testimonia l’impegno di Harmonium nel raggiungere la sua mission: essere l’azienda di riferimento per le persone con diabete” – conclude Cosentino.


lunedì 22 dicembre 2014

Quando il diabete ‘pesa’ sull’udito... “E’ una complicanza sottovalutata”

Professore, il documento di Consensus “Diabete e Udito” mette in luce un legame pericoloso tra diabete e perdita uditiva. Di che cosa si tratta?
Sebbene ci siano ancora una serie di aspetti da indagare e approfondire, gli studi che abbiamo a disposizione mettono in evidenza che una persona con diabete ha una probabilità doppia di sviluppare un deficit dell’udito. In particolare, la relazione sembra essere più forte per il diabete di tipo 2, la forma più diffusa di diabete che colpisce più spesso dopo i 40-45 anni. Gli studi suggeriscono il termine di “cocleopatia diabetica”, che consiste nella diminuzione delle capacità uditive dovute ad alterazioni nell’orecchio interno e che può essere considerata una sorta di complicanza del diabete.
Quali sono i meccanismi con cui si determina questa associazione?
Il diabete sembra avere effetti sulla coclea con cambiamenti nelle pareti dei piccoli vasi e della membrana basale. L’iperglicemia e alcune alterazioni ad essa associate, ad esempio dei lipidi o della pressione arteriosa, possono provocare cambiamenti a livello delle strutture nervose e vascolari del sistema uditivo. Questi danni strutturali possono quindi tradursi in danni funzionali. L’iperglicemia è poi responsabile della formazione dei radicali liberi dell’ossigeno, sostanze tossiche che creano dei meccanismi di danno cellulare e che sembra possano avere un ruolo importante nel danno neurosensoriale che porta alla perdita di udito nella persona diabetica. Riconducibili al diabete sono infine anche le manifestazioni cutanee che possono comparire a livello del padiglione auricolare.
In che modo il legame fra diabete e perdita uditiva può avere un impatto sulla qualità di vita?
Diabete e ipoacusia, già presi in considerazione singolarmente, possono avere effetti negativi sulla qualità di vita delle persone. L’impatto del diabete può essere notevole: pensiamo non solo alle complicanze della malattia, che possono coinvolgere gli occhi, i reni, il sistema nervoso, ma anche alla necessità di dover seguire una terapia cronica con frequenti iniezioni di insulina e di effettuare periodici controlli medici. Anche i disturbi dell’udito si associano a situazioni che tendono a peggiorare la qualità di vita, come ad esempio la ridotta partecipazione alla vita sociale, il rischio di deficit cognitivo, la depressione, le cadute. È quindi evidente che quando alle complicanze del diabete si aggiungono anche le problematiche derivanti dall’ipoacusia, la persona subisce un netto peggioramento della propria qualità di vita e va incontro a maggiori rischi per la propria salute.
Perché in un paziente diabetico è importante prendere in considerazione questa associazione?
Non ci sono dubbi che una maggiore consapevolezza dell’associazione fra diabete e problemi uditivi si tradurrebbe in importanti implicazioni pratiche. Prestare attenzione alla funzione uditiva in un soggetto diabetico permetterebbe, infatti, sia di individuare eventuali deficit uditivi funzionali non ancora diagnosticati, sia di attuare forme di intervento adatte a restituire la funzione uditiva a queste persone. Può essere però utile anche ragionare nell’altro senso: l’inserimento di controlli di routine della glicemia per le persone con deficit uditivo potrebbe contribuire alla diagnosi precoce del diabete, permettendo di iniziare gli opportuni trattamenti. Questo aspetto andrebbe tuttavia ulteriormente approfondito attraverso studi specifici. La consapevolezza del legame tra diabete e ipoacusia potrà tradursi in un miglioramento della salute di molte persone. (ISABELLA SERMONTI)

http://www.liberoquotidiano.it/news/salute/11718665/Quando-il-diabete--pesa-.html

mercoledì 17 dicembre 2014

Diabete in aumento «Cibi sbagliati e poco movimento»


BELLUNO.Due nuovi casi ogni giorno, dieci ogni settimana e 480 ogni anno: cresce il numero di bellunesi affetti da diabete di tipo 2, cioè alimentare, nel territorio dell’Usl 1. Per contrastare questa malattia, destinata a diventare la pandemia dei prossimi decenni, venerdì a livello mondiale si celebrerà la Giornata del diabete. Al San Martino, dalle 9 alle 14, chi vorrà, potrà sottoporsi all’esame gratuito della glicemia.

A lanciare l’allarme su un fenomeno molto preoccupante che non fa differenza tra uomini e donne e tra giovani e anziani, è il primario dell’unità operativa di medicina del San Martino, Massimo Boaretto. «In Veneto, secondo i dati del 2014, sono 275 mila i diabetici, nel territorio dell’Usl 1 sono 5.500. Ma sono in aumento», spiega il primario. «Al nostro centro diabetologico arrivano due nuovi casi ogni giorno per un totale all’anno di circa 500 nuovi pazienti». Di questi, il 60% ha un’età pari o superiore ai 65 anni, il 3% ha meno di 35 anni, meno dell’1 % è under 20.

«A causare un aumento dei diabetici di tipo 2», precisa Boaretto, «è lo stile di vita, vale a dire la sovralimentazione, la scarsa attività fisica e la grande quantità di cibo spazzatura che viene ingerito, dalle merendine alle caramelle fino alle bibite zuccherate. Praticamente tutto ciò che si trova nei distributori delle scuole».
Il primario sottolinea che fino a qualche anno fa, «il diabete di tipo 2 non c’era, ora invece compare in età giovanile. E questo perché i ragazzi sono accompagnati ovunque con l’auto, e non fanno movimento».

Il direttore della medicina e del centro diabetologico di Belluno inserisce tra le cause della comparsa della patologia, anche la dipendenza da videogiochi: «I bambini stanno seduti per ore davanti a questi strumenti, senza consumare energie». Su questo fronte il dirigente assegna buona parte delle colpe ai genitori, «che devono vigilare di più sull’alimentazione, a cominciare dalla colazione e via via da tutti gli altri pasti. Sempre di più si tende a consumare cibi precotti, che si possono cuocere velocemente. E questo fa male».


Manca anche il tempo per fare attività fisica. Basterebbe mezz’ora al giorno di camminata veloce, salire e scendere le scale invece di prendere l’ascensore, lasciare l’auto lontana dal posto di lavoro così da fare un tratto a piedi. Insomma, piccoli accorgimenti che, uniti a un’adeguata idratazione, potrebbero cambiare la vita a molte persone. «Non dimentichiamo che gli effetti del diabete spesso sono invalidanti», prosegue Boaretto. «I danni della glicemia si misurano nei cosiddetti “tessuti bersaglio”, quali l’occhio (il diabete può portare alla cecità), i reni (si può arrivare all’insufficienza renale e alla dialisi), il cuore (rischio infarto e amputazione degli arti inferiori). Il problema è che il diabetico di tipo 2 si accorge di esserlo quando ormai la malattia c’è, perché non ci sono avvisaglie: «Si può scoprire la malattia solo con gli esami del sangue. Ma quando si giunge alla diagnosi, significa che lo squilibrio glicemico è nato già dieci anni prima. Per questo sarebbe importante che ci fosse uno screening per il diabete».

http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2014/11/11/news/diabete-in-aumento-cibi-sbagliati-e-poco-movimento-1.10284477

sabato 13 dicembre 2014

Salute: la ricerca made in Italy sfida il diabete





Centomila euro per finanziare i giovani ricercatori italiani che sfidano il diabete. Parte lunedi’ 15 dicembre, infatti, il concorso DRINN – Diabetes Research INNovation: tutti i medici specialisti con meno di 45 anni, che hanno una solida esperienza in diabetologia e lavorano in Italia, sono chiamati a sfidare il diabete con progetti di ricerca clinica e di base. Il concorso ha l’obiettivo ambizioso di spronare la ricerca italiana in diabetologia, finanziando con un totale di centomila euro i due progetti piu’ innovativi sugli agonisti del recettore del GLP-1 (50 mila euro per ciascun progetto). Il GLP-1 e’ un ormone proteico gastrointestinale (incretina) rilasciato naturalmente dall’organismo che, in seguito all’assunzione di cibo, stimola la secrezione di insulina e blocca quella dell’ormone antagonista glucagone, abbassando cosi’ i livelli glicemici (concentrazione di glucosio nel sangue). Nel diabete, il GLP-1 non funziona bene e cosi’ la glicemia sale in modo eccessivo dopo l’assunzione del pasto. Gli agonisti del recettore del GLP-1 sono farmaci in grado di imitare le azioni anti-iperglicemiche indotte dall’incretina umana e sono dunque fondamentali nella terapia del diabete di tipo 2. “La regolazione delle funzioni dell’isola pancreatica ha ancora oggi molti aspetti da chiarire. La ricerca scientifica sull’ormone GLP-1 e sui farmaci agonisti del recettore del GLP-1 e’ fondamentale – commenta Francesco Giorgino, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Universita’ Aldo Moro di Bari – per comprendere, ad esempio, il meccanismo che permette di stimolare la secrezione dell’insulina in maniera glucosio-dipendente e di inibire quella del glucagone, ottenendo cosi’ un effetto favorevole e fisiologico sul controllo dell’iperglicemia. Inoltre, va indagata la capacita’ degli agonisti del recettore del GLP-1 di avere effetti favorevoli su altri organi e apparati, quali l’apparato cardiovascolare e il rene, con possibili conseguenze positive sulle complicanze cardiovascolari e renali del diabete. Va anche esplorato il possibile ruolo protettivo di questi farmaci sul sistema nervoso, in particolare nel contesto delle malattie neurodegenerative, quali la malattia di Alzheimer e la malattia di Parkinson”. “Il concorso DRINN e’ un’iniziativa lodevole – aggiunge il prof. Giorgino – perche’ incentiva la ricerca biomedica in Italia, un Paese in cui purtroppo l’attenzione e le risorse destinate alla ricerca non sono adeguate. Ci auguriamo che venga stimolata la capacita’ dei ricercatori italiani in ambito diabetologico di produrre idee, protocolli, progetti che altrimenti rischierebbero di non essere sviluppati”. Da lunedi’ 15 dicembre e fino al 30 gennaio 2015 sara’ possibile registrarsi sul sito www.progettodrinn.it e candidare il proprio progetto. La Commissione scientifica – composta dai professori Agostino Consoli (Universita’ Gabriele D’Annunzio di Chieti), lo stesso Francesco Giorgino, quindi Francesco Purrello (Universita’ di Catania) e Giorgio Sesti (Universita’ Magna Graecia di Catanzaro) – selezionera’ entro lunedi’ 30 marzo i due progetti migliori, uno di ricerca clinica e uno di ricerca di base. I principali criteri di valutazione saranno da un lato la capacita’ di produrre risultati nuovi rispetto alla letteratura scientifica gia’ esistente (focalizzandosi ad esempio su popolazioni o argomenti poco studiati) e dall’altro, per quanto riguarda la ricerca di base, il tipo di modello utilizzato e le tecniche sperimentali di supporto. “Siamo orgogliosi del progetto DRINN – spiega Gilberto Riggi, direttore medico di AstraZeneca Italia, azienda biofarmaceutica orientata all’innovazione e focalizzata su scala internazionale nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci etici per disturbi del sistema nervoso centrale, malattie gastrointestinali, cardiovascolari, respiratorie e infiammatorie, oncologiche e infettive e che sostiene il concorso – e ci auguriamo che possa prima di tutto contribuire a dare impulso alla ricerca italiana in diabetologia. Inoltre, speriamo che possa favorire, attraverso lo studio degli agonisti del recettore del GLP-1, il raggiungimento di un sempre miglior controllo della glicemia nel diabete di tipo 2, una malattia che sta raggiungendo proporzioni enormi in tutto il pianeta”. Si calcola che nel 2035 sulla Terra ci saranno circa 1 miliardo tra diabetici e persone a rischio.

http://www.meteoweb.eu/2014/12/salute-ricerca-made-in-italy-sfida-diabete/358811/

giovedì 11 dicembre 2014

Con uno yogurt al giorno il rischio di diabete di tipo 2 scende del 18%

Lo studio sullo stile di vita di 42.000 operatori sanitari e 152.000 infermiere di età diverse.
Il ruolo protettivo dei prodotti lattiero caseari fermentati
di Redazione Salute Online
Il consumo di una semplice porzione di 28 g di yogurt al giorno è associato a un rischio più basso del 18% di sviluppare il diabete di tipo 2. Lo sostiene uno studio appena uscito su “Bmc Medicine” a opera di ricercatori della Harvard School of Public Health. Il diabete di tipo 2 è una condizione cronica che si verifica quando l’organismo non produce abbastanza insulina, o le cellule del corpo sviluppano resistenza nei confronti di questa sostanza. Circa 366 milioni di persone sono colpite dal diabete di tipo 2 in tutto il mondo e si stima che aumenteranno a 552 milioni entro il 2030, con un’enorme pressione sui sistemi sanitari a livello globale.
I dati dello studio su grandi numeri
Gli studiosi americani hanno raggruppato i risultati di tre studi di coorte prospettici che hanno seguito la storia e lo stile di vita di quasi 42.000 operatori sanitari (dentisti, farmacisti, veterinari, medici, osteopati e podologi) di età compresa fra 40 e 75 anni; 67.000 infermiere tra 30 e 55 anni; altre 85.000 infermiere tra 25 e 42 anni. All’inizio di ogni studio, i partecipanti hanno completato un questionario per raccogliere informazioni di base sullo stile di vita e l’insorgenza di malattie croniche. Sono stati poi seguiti ogni due anni, con un tasso di follow-up di oltre il 90%. I ricercatori hanno notato che il consumo di prodotti lattiero-caseari aveva un’associazione con il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Hanno quindi esaminato il consumo individuale di latte scremato, formaggi, latte intero e yogurt. Considerando fattori di rischio di malattia cronica come l’età e l’indice di massa corporea, si è riscontrato che un elevato consumo di yogurt è associato a un minor rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
I prodotti lattiero caseari fermentati proteggono dal diabete mellito
Gli autori hanno poi condotto un’ulteriore meta-analisi, che incorpora i risultati di altri studi pubblicati fino a marzo 2013, che ha indagato l’associazione tra i prodotti lattiero-caseari e diabete di tipo 2. Questa ha indicato che il consumo di una porzione 28 g di yogurt al giorno è associato a un rischio più basso del 18% di diabete di tipo 2. Secondo gli studiosi questo alimento dovrebbe dunque essere sempre incluso in una dieta ben bilanciata.
«Ci sono ormai solide evidenze in letteratura che i prodotti lattiero caseari fermentati abbiano un ruolo nella protezione nei confronti del diabete mellito di tipo 2 e questo lavoro ne rafforza l’evidenza», dichiara Andrea Ghiselli, nutrizionista. «Tra l’altro lo studio è dello stesso gruppo di Mozaffarian che qualche anno fa (2011) pubblicò un interessantissimo articolo dove si evidenziava bene l’effetto protettivo dello yogurt anche sull’aumento di peso nel tempo».



lunedì 8 dicembre 2014

Diabete: bere molta acqua aiuta a ridurre il rischio di iperglicemia


Adottare buone abitudini alimentari è importante anche contro il rischio diabete. Uno studio condotto su oltre tremila americani con livelli normali di zucchero nel sangue ha verificato che chi ha bevuto 4-5 bicchieri di acqua al giorno aveva il 21% di probabilità in meno di sviluppare iperglicemia nei nove anni successivi, rispetto a chi si limita a 2 bicchieri. A descrivere la ricerca è In a Bottle (www.inabottle.it), in un focus su idratazione e diabete. Lo studio su 3.165 uomini e donne con livelli normali di zucchero nel sangue ha dimostrato i vantaggi dell’acqua per la prevenzione dell’iperglicemia. L’analisi ha preso in considerazione altri fattori che possono influenzare il rischio di alta glicemia come l’attività fisica, il peso e l’età.

giovedì 4 dicembre 2014

Yogurt, un possibile alleato contro il diabete

Rischia di diventare un’epidemia globale, se già non lo si possa considerare così. Di diabete di tipo 2 infatti ne soffrono al mondo circa 366 milioni e nel 2030 potrebbero diventare oltre 550 milioni. Per questo si cerca di puntare su ogni intervento (soprattutto negli stili di vita) che scongiuri il rischio di malattia e le complicazioni ad essa correlate. Un aiuto oggi, secondo unaricerca pubblicata su Bmc Medicine, potrebbe arrivare dallo yogurt, che abbasserebbe il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. 
A scoprire la correlazione tra il consumo dell’alimento e il ridotto rischio di malattia, il team di Mu Chen della Harvard School of Public Health di Boston, che ha analizzato (seguendo negli anni) gli stili di vita e le abitudini alimentari di un gruppo di oltre 194 mila persone, tutte attive nel campo sanitario/veterinario, e senza malattie quali diabete, cancro o patologie cardiovascolari all’inizio dello studio. Particolare attenzione dai ricercatori è stata prestata al consumo dei latticini. 

Durante il follow-up in totale sono stati registrati 15.156 casi di diabete di tipo 2. Nessuna correlazione, spiegano i ricercatori, è stata trovata tra insorgenza della malattia e consumo totale di latticini. Diversamente invece per quanto riguarda i singoli alimenti. Gli scienziati hanno infatti osservato che elevati consumi di yogurt si associavano a un minor rischio di sviluppare diabete di tipo 2, e integrando i dati con quelli di altri studi, hanno potuto quantificare questo fattore protettivo, scoprendo che circa 28g di yogurt al dì abbassano il rischio di malattia del 18%. 

Ma perché lo yogurt farebbe bene al metabolismo? Un’ipotesi è che, dal momento che i probiotici riescono a migliorare il profilo dei grassi e degli antiossidanti nelle persone che già hanno diabete di tipo 2, questi potrebbero anche contrastare anche l’insorgenza della patologia, riducendone il rischio. Ma, concludono gli esperti, per capire se davvero lo yogurt abbia questi effetti serviranno dei trtial clinici costruiti ad hoc.

http://www.galileonet.it/2014/11/yogurt-un-possibile-alleato-contro-il-diabete/