venerdì 13 febbraio 2015

Diabete, i pericoli del fruttosio


Un po ‘di dolcezza in questo mondo crudele. Come resistere all’invito di questo vecchio slogan pubblicitario? Lo zucchero, il miele, ed il cibo industriale addolciscono la nostra vita quotidiana. Gli alimenti trasformati, i cibi in scatola, le bibite e i succhi di frutta. Per anni, lo zucchero e principalmente fruttosio sono stati aggiunti a ciò che consumiamo. Va detto che il fruttosio ha tutto per piacere. Naturalmente presente nella frutta e nel miele (ma a basse concentrazioni), dà un gusto dolce più pronunciato, a parità di quantità di saccarosio. Gli alimenti trasformati sono più stabili e quelli cotti assumono un bel colore marrone più pronunciato. Ma non è tutto: il fruttosio aumenta l’appetito, perché riduce la sensazione di sazietà! Poco costoso, è quindi è un prodotto industriale prezioso: più si mangia, più vuol mangiare. Da qui il successo di una forma particolarmente concentrata: lo Sciroppo di fruttosio, sviluppato nel 1960 in sostituzione di saccarosio e utilizzato dal 1980 nella industria alimentare. Il dolce è uno dei sapori fondamentali che riconosciamo assieme al salato, l’acido e l’amaro. Anno dopo anno, il nostro gusto è stato plasmato da un sapore dolce più pronunciato. Un metodo di marketing che ricorda l’industria del tabacco, che ha fatto di tutto per rendere i prodotti più vendibili. Cambiamenti metabolici In questa escalation, l’Italia è ancora lontana dal conoscere i livelli di consumo raggiunti negli Stati Uniti, dove un individuo consuma  25 chili di fruttosio all’anno (contro gli 0,5 kg in Italia). Non ci sarebbe quindi bisogno di preoccuparsi se l’assunzione di fruttosio non avesse conseguenze negative. Le prove scientifiche e le raccomandazioni che ha pubblicato all’inizio di quest’anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica il legame tra carboidrati semplici aggiunti al cibo e l’aumento di peso e obesità. L’eccessivo consumo di fruttosio porta a cambiamenti metabolici. Il diabete di tipo 2, è una malattia la cui crescita (oltre 380 milioni di persone in tutto il mondo) ha raggiunto proporzioni epidemiche. Ogni anno più di 5 milioni di morti nel mondo sono dovuti al diabete, che con l’obesità e la sedentarietà, è un fattore di rischio cardiovascolare. Lungi dall’essere appannaggio dei paesi ricchi, il male ha vinto a basso e medio reddito. È urgente ridurre questa ingiustificata ingestione di fruttosio. Si inizi con l’etichettatura dei prodotti alimentari trasformati e bevande, per fornire ai consumatori le informazioni necessarie. Non è sufficiente conoscere il contenuto di carboidrati, come richiesto dalle normative europee, ma anche il tipo di zuccheri. A ciò devono seguire campagne per ridurre l’apporto calorico di questi zuccheri, a beneficio di quelli naturalmente presenti in frutta e verdura. Zucchero, sì, ma non uno qualsiasi!  


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