Un po ‘di dolcezza in questo mondo crudele. Come
resistere all’invito di questo vecchio slogan pubblicitario? Lo zucchero,
il miele, ed il cibo industriale addolciscono la nostra vita quotidiana.
Gli alimenti trasformati, i cibi in scatola, le bibite e i succhi di frutta.
Per anni, lo zucchero e principalmente fruttosio sono stati aggiunti
a ciò che consumiamo. Va detto che il fruttosio ha tutto per piacere.
Naturalmente presente nella frutta e nel miele (ma a basse concentrazioni), dà
un gusto dolce più pronunciato, a parità di quantità di saccarosio. Gli
alimenti trasformati sono più stabili e quelli cotti assumono un bel colore
marrone più pronunciato. Ma non è tutto: il fruttosio aumenta l’appetito,
perché riduce la sensazione di sazietà! Poco costoso, è quindi è un prodotto
industriale prezioso: più si mangia, più vuol mangiare. Da qui il successo di
una forma particolarmente concentrata: lo Sciroppo di fruttosio, sviluppato nel
1960 in sostituzione di saccarosio e utilizzato dal 1980
nella industria alimentare. Il dolce è uno dei sapori fondamentali
che riconosciamo assieme al salato, l’acido e l’amaro. Anno dopo anno, il
nostro gusto è stato plasmato da un sapore dolce più pronunciato. Un metodo di
marketing che ricorda l’industria del tabacco, che ha fatto di tutto per
rendere i prodotti più vendibili. Cambiamenti metabolici In questa escalation,
l’Italia è ancora lontana dal conoscere i livelli di consumo raggiunti
negli Stati Uniti, dove un individuo consuma 25 chili di fruttosio
all’anno (contro gli 0,5 kg in Italia). Non ci sarebbe quindi bisogno di
preoccuparsi se l’assunzione di fruttosio non avesse conseguenze negative.
Le prove scientifiche e le raccomandazioni che ha pubblicato all’inizio di
quest’anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica il legame tra
carboidrati semplici aggiunti al cibo e l’aumento di peso e obesità.
L’eccessivo consumo di fruttosio porta a cambiamenti metabolici.
Il diabete di tipo 2, è una malattia la cui crescita (oltre 380 milioni di
persone in tutto il mondo) ha raggiunto proporzioni epidemiche. Ogni anno più
di 5 milioni di morti nel mondo sono dovuti al diabete, che con l’obesità e la
sedentarietà, è un fattore di rischio cardiovascolare. Lungi dall’essere
appannaggio dei paesi ricchi, il male ha vinto a basso e medio reddito. È
urgente ridurre questa ingiustificata ingestione di fruttosio. Si inizi
con l’etichettatura dei prodotti alimentari trasformati e bevande, per fornire
ai consumatori le informazioni necessarie. Non è sufficiente conoscere il
contenuto di carboidrati, come richiesto dalle normative europee, ma anche il
tipo di zuccheri. A ciò devono seguire campagne per ridurre l’apporto calorico
di questi zuccheri, a beneficio di quelli naturalmente presenti in frutta e
verdura. Zucchero, sì, ma non uno qualsiasi!
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