sabato 9 novembre 2013

Il dramma del Messico: assediato da soft drink, cibo spazzatura e alle prese con un’epidemia di diabete. Di chi è la colpa?

Messico e nuvole, cantavano Enzo Jannacci, Paolo Conte e Lucio Dalla. Oggi, è proprio il caso di urlare Messico e bibite: il paese si aggiudica il primo posto al mondo per consumi di bibite zuccherate e gassate con 180 litri all’anno pro-capite, seguito dagli USA con 118 litri a testa. Apporti eccessivi di zuccheri semplici, diete squilibrate e stili di vita tutt’altro che salutari sono una piaga per i messicani e non si tratta di supposizioni, ma di statistiche ed elaborazioni confermate dall’università di Harvard.
Non sorprende che il diabete sia diventato un problema nazionale: affligge tra i 7 e i 10 milioni di cittadini; 400mila sono giovani e per loro la malattia costituisce la prima causa di mortalità.  Si tratta di una vera epidemia che ha provocato mezzo milione di decessi dal 2007 a oggi, sette volte più delle 70mila vittime del crimine organizzato tradizionale.
E non è tutto. A ciò si aggiungono gravi effetti collaterali: obesità e sovrappeso colpiscono oltre due terzi della popolazione, con gravi conseguenze sulla sanità pubblica i cui costi sono aumentati in media del 130% (380 milioni di dollari USA sono stati spesi per il solo trattamento dei pazienti diabetici). Continua a leggere qui.

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