mercoledì 14 gennaio 2015

Diabete e Alzheimer: le scoperte top del 2014


Ogni anno sono centinaia di migliaia gli articoli scientifici che vengono pubblicati su riviste di settore. La stragrande maggioranza passa inosservata ai non addetti ai lavori, solo una minima parte riesce a fare notizia. Quali sono state allora quelle di quest’anno meritevoli d’attenzione? Secondo la rivistaScience, che ogni anno pubblica la top-ten delle principali scoperte, il 2014 scientifico verrà ricordato principalmente per gli studi sull’invecchiamento e sulla creazione di cellule in grado di produrre insulina.  

ALZHEIMER: ringiovanire con le trasfusioni
Secondo le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2050 le persone colpite da Alzheimer saranno più di 107 milioni. Un numero impressionante che inciderà in maniera notevole sui conti dei sistemi sanitari nazionali. Il morbo, la devastante malattia neurodegenerativa osservata per la prima volta nel 1906 dal medico tedesco Alois Alzheimer, si caratterizza per il progressivo decadimento delle funzioni cognitive. Da tempo gli scienziati sono alla ricerca di strategie per bloccare questo processo. Una potrebbe essere la trasfusione di sangue. Secondo Lee Rubin e Amy Wagers, dell’Harvard Stem Cell Institute, il sangue potrebbe ringiovanire gli anziani: i ricercatori hanno dimostrato che il sangue di topi giovani - o anche solo un fattore del sangue noto come GDF11 - può ringiovanire i muscoli e il cervello di topi anziani. I risultati hanno portato a uno studio clinico in cui i pazienti di Alzheimer stanno ricevendo plasma da donatori giovani.

DIABETE: ricostruire il pancreas
Il diabete giovanile –noto anche con il nome di diabete insulino-dipendente o ditipo 1- è una patologia che colpisce prevalentemente i giovani. L'OMS stima che a soffrirne sarebbe circa il 3% della popolazione mondiale. A differenza del diabete di tipo 2, di gran lunga più diffuso e associato a scorretti stili di vita, quello giovanile appartiene alla categorie delle malattie autoimmuni. Le persone che ne soffrono subiscono la progressiva distruzione, ad opera del proprio sistema immunitario, delle cellule beta del pancreas che producono l’insulina. 

Ecco perché i malati sono costretti, per tutta la vita, a iniezioni di questo ormone per abbassare i livelli di glucosio nel sangue. Una delle possibili strategie alternative alla sua consiste nella ricostruzione del tessuto danneggiato.Quest’anno due gruppi di ricerca hanno ideato dei metodi per produrre in laboratorio cellule molto simili a quelle danneggiate in grado di produrre insulina. Una prospettiva che secondo Science darà ai ricercatori un'opportunità senza precedenti per studiare il diabete.

  

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